venerdì 15 luglio 2011

Reporter al festival del paesello!

Capitolo n°1: la macchina fotografica
L'organizzatore del festival mi chiede di seguire l'evento, ovvero quattro giorni di concerti e spettacoli.
"Mi raccomado fai tante foto, così poi me le passi" Mi dice .
Mi passa per la mente un flash della mia macchina fotorafica, tanto carina per carità, ma assolutamente inadatta a fare foto al buio e in movimento. L'ideale insomma, tanto varrebbe scattarle con il cellulare :)
Faccio presente questo "piccolo" problema al ragazzo che, spavaldo come Garibaldi a Marsala, urla "Ti presto la mia!"
Lo ringrazio ripetutamente, ma il sorriso mi si gela sulla labbra quando lo vedo tirare fuori un aggeggio gigantesco e pieno di tasti e display.
Ehm ... mi serviva una macchina fotografica non l'acceleratore molecolare del cern.
"Poi ti spiego come si usa" mi assicura.
....
Ieri sera raggiungo lo stand dei gadget, rocca inespugnabile dove è custodita la preziosa macchina. Me la tende e noto con orrore che pesa quasi più di me: se me la appendo al collo rischio di diventare gobba.
Inizia a spiegare "La accendi così ... la spegni cosà ... il flash è qui ... lo zoom lì ..." Ma non capisco un cavolo perchè siamo pressochè al buio e un complesso punk sta suonando a dieci metri da noi. "Non importa" mi dico "ho una laurea: vuoi mica che non capisca come si usa una macchina fotografica??"
Dopo mille raccomandazioni di trattarla con cautela mi dice "Quando hai finita riportala a lui" e mi indica un ragazzo che barcolla più di un traghetto in mezzo alla tempesta, con una parrucca di riccioli viola e degli occhiali lampaggianti ... Andiamo bene.
Mi piazzo strategicamente davanti al palco, richiando di prendermi una ginocchiata nella schiena da quelli che stanno ballando. Il cantante si esibisce in salti, contorsioni e gorgheggi ma ..
1- come cavolo si toglie il tappo dall'obiettivo?
2- come si alza il flash?
Dopo innumerevoli tentativi e l'intervento di un ragazzo dello staff riesco a farla funzionare ma, poichè ho l'animo del reporter d'assalto, decido di volere degli scatti più arditi, non solo dei semplici primi piani della band. Allora, armata di determinazione, mi avvio verso la torretta delle luci e dei suoni di fronte al palco.
Chiamo il deejay battendogli sulla spalla. Non mi caga.
Lo chiamo ancora e non mi caga. La cosa si sta facendo un pelo imbarazzante.
Allora lo strattono per la maglietta e a questo punto si accorge di me.
Gli chiedo se posso salire un attimo sulla scaletta per fare delle foto dall'alto. Questo alza le spalle, della serie "Ma a me che me ne frega?"
Salgo quindi sulla scaletta, pregustando già le facce sbalordite di chi guarderà le mie bellissime riprese dall'alto.
Perfetto. Per oggi ho finito.
Ritorno verso lo stan dei gadget per restituire la macchina e mentre mi avvio guardo le immagini che ho scattato.
Oh cazzo.
Forse le foto dall'alto non sono state una grande idea: avevo mezzo obiettivo coperto dalla torretta e sembra abbia scattato le foto attraverso le sbarre di una prigione :)

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