giovedì 29 settembre 2011

Incontro "culturale" con due preti ed un giornalista.

Perchè mettere "culturale" tra virgolette?
Perchè le donne presenti in sala facevano finta di prendere appunti?
Perchè la signora seduta di fianco a me continuava a darmi gomitate? Bè, questo lo so: perchè era uun pò in sovrappeso e non ci stava sulla sedia :)
E perchè i preti si rivolgono all'autitorium come se avessero di fronte dei bambini di cinque anni?
Insomma, l'incontro, che doveva avere per tema l'educazione dei figli alla fede (cosa che già di per se mi lascia perplessa: i miei genitori bestemmiano come gli scaricatori di porto, ma io sono venuta su benissimo :)), mi ha lasciato più domande che risposte.
Di culturale, come ho già fatto intendere, questa conferenza aveva ben poco. A meno che per "cultura" si intenda leggere pari pari brani scritti dal papa ... perchè se fosse così, anzichè farmi un mazzo tanto per laurearmi avrei semplicemente recitato due salve regina. Mi pare abbastanza chiaro che io e la curia abbiamo due concetti diversi di cultura.
Ma passiamo alla parte "tecnica" del mio lavoro. Prendo posto in terza fila, non troppo all'esterno ma nemmeno al centro: la posizione giusta per immortalare i tre relatori. Faccio le prove con la macchina fotografica per regolare angolazione, flash, zoom, cazzi e mazzi. Perfetto.
Tempo tre secondi e mi si piazza davanti una signora. Nonostante una punta di irritazione (e che cazzo, c'è tutta la sala libera! Devi per forza sederti in bocca al prete?) devo ammettere che è bassina e che non disturba il mio reportage. Ripeta la trafila flash-zoom-angolazione per accertarmi che un ricciolo ramato non capiti proprio davati al naso del giornalista.
Il prete del mio paese inzia ad introdurre l'incontro, concludendo ogni frase con "Eh?", "Avete capito?" "è chiaro?". E già mi sta irritando oltremodo. Prende la parola il giornalista e come apre la bocca per pronunciare la prima sillaba, un gruppo di persone si siede in prima fila.
Ma porca t ...
Mi avvito in ogni direzione, cercando un angolino sgombro da orecchie, capelli e spalle per fare le foto, ma niente. C'è un'unica soluzione. Odiosa.
Mentre il giornalista declama i pregi del suo libro mi alzo in piedi e scatto maldestramente qualche foto. Naturalmente tutti mi guardano, neanche mi fossi messa a ballare l'alligalli nuda.
Mi risiedo di botto, facendo cadere borsa, taccuino e penna.
Bene. Adesso sono davvero irritata. Perchè quella suora mi deve guardare così male? Non ho mica fatto una puzzetta rumorosa!
Inoltre i relatori stanno dicendo tante di quelle cagate che mi è anche passata la voglia di prendere appunti. Tanto la recensione del libro e le lettere del papa le trovo tranquillamente su Google.
Ma intanto cosa faccio? Smanetto un pò con il cellulare, nella vana speranza di recuperare il risultato della partita del Novara, ma in quel buco nero dell'oratorio non c'è campo.
Spio di sottecchi la suora di fianco a me, praticamente stravaccata su due sedie: e meno male che ha la gonna sotto al ginocchio, se no le avremmo visto anche l'anima :) Un pensiero folle mi attraversa la testa: e se disegnassi dei piselli sul bloc notes? Chissà come reagirebbe :)
No dai, smettila! Sei grande ormai :)
Mi sto incazzando sempre di più: mi sta venendo l'ulcera per le cavolate che sento, ma la mia deontologia professionale non mi permette di andarmene. Allora mi metto a guardare malissimo il prete. Così impara ad organizzare degli incontri del genere. Ma io dico, una bella grigliata no?
Alla fine, finalmente finalmente finalmente, tutto finisce. O meglio: prima del congedo si svolge il penoso siparietto del prete che chiede se ci sono domande e di tutto l'auditorium che finge di fare altro.
"Stupidi" penso. Ma credono di essere a scuola? Pensano che il prete si alzi ed indicando uno a caso urli "Tu! Si, tu con la maglietta verde. Ripetimi cos'ha detto Don Gianluigi sulla speranza, se no domenica non fai la comunione!"
Assurdo ... mi viene volgia di alzarmi ed urlare "Il Novara ha vinto!".
Ma non lo faccio, sono seria io :)

domenica 18 settembre 2011

Concorso canoro

Sabato sera, appena ingurgitato l'ultimo boccone di stufato d'asino, mi precipito nel paese a fianco per assistere alla finale di un concorso canoro.
Ovviamente, per una volta che io sono in ritardo, il concorso è iniziato puntuale e la sala che fa da auditorium è già strapiena. Strapiena ... ci saranno, si e no, una trentina di posti a sedere occupati dai parenti dei cantanti e tre tavoli per la giuria. Facendo un paio di calcoli capisco che potrebbero esserci più giudici che cantanti :) Cerco comunque di accaparrarmi una sedia lasciata libera in mezzo alla platea ma, come una gentilissima vecchietta mi fa notare con garbo, è occupata dal ragazzino stile "Piccolo lord inglese" che sta starnazzando "Pensieri e parole" sul palco. Faccio un inchino a Lady Parker Bowles e me ne vado.
Ops: sono passata davanti alla telecamera :)
Riesco a trovare un angolino contro al muro, dietro al tavolo dei giudici e davanti alla postazione della regia. In pratica posso a malapena respirare: se mi muovo in avanti sembra che stia spiando la giuria, se mi muovo indietro copro la visuale al regista e ai fonici. Se dovesse scapparmi uno starnuto rischierei di mandare a monte l'intera serata :)
Canzone dopo canzone si susseguono: una ragazzina che pare avere trent'anni, ma che in realtà ne ha 12 .. un ragazzo che spiega di essere arrivato in ritardo per andare a prendere la fidanzata in stazione, ma la ragazza non è nemmeno in sala ... una bambina/ragazzina che urla Alessandra Amoruso ... un ometto che rende noiosissimo un pezzo di Adele ...finalmente due belle interpretazioni di Alicia Keys e di Mina ...un pezzo di Lorella Cuccarini che forse, ad essere ottimisti, due persone in sala conoscono e che l'interprete gorgheggia con la cicca in bocca ... un tamarro che canta George Michael ... una sosia di Malika Ayane che racconta di lavorare "nella moda" e si scopre poi che fa l'operaia in un'azienda tessile ... un quarantenne che fa cadere il tetto con "A chi mi dice" e, infine, una bella ragazzina con "Heavy Cross".
Il presentatore annuncia che la giuria elaborerà il verdetto entro venti minuti. Tutti si guardano intorno perplessi ... venti minuti?? I giurati durante la gara hanno stilato ognuno una classifica con i migliori cinque (alla fine un'occhiatina l'ho data :)). Ci vogliono venti minuti per tirare le somme??
Tutto il pubblico si avvia verso il bar e, soprattutto, verso lo stand dei volontari che hanno cucinato (gratis) la pasta aglio, olio e peperoncino. C'è un odore, appetitoso devo ammetterlo, ma che ammazzerebbe vampiri, streghe e anche qualche uomano, nel raggio di dieci chilometri. Mi pare di avere visto qualche aereo sbandare, mandato in tilt dai miasmi dell'aglio. Comunque la pasta è un successone: tutti si ingozzano, anche i cantanti. Meno male che hanno già dato, altrimenti avrebbero ucciso quelli della prima fila :)
Offrire Coca Cola e patatine sarebbe stato troppo banale.
Dopo veni minuti abbastanza lunghini :) si sente il presentatore che dagli altoparlanti diffonde questo messaggio: "Si pregano i signori giurati di rientrare in sala"
E dove cazzo sono andati???
Ah eccoli: appiccicati allo stand della pasta intenti a ripulire i piatti alla velocità della luce.
Rientriamo nell'auditorium e dopo mille preamboli su quanto siano indispensabili gli sponsor, i volontari, il prete ... bla bla bla arrivano le classifiche. Delego il mio fidanzato a scattare le foto (è più alto e riesce ad evitare le cocuzze stempiate dei giurati :), mentre io prendo nota di nome e cognome dei vincitori. L'irritazione ed il disappunto dei non premiati (soprattutto dei parenti) è evidente e gli applausi scarseggiano. Ma a me non importa: ho i nomi, ho le foto, ho dato una bella occhiata dappertutto ... ci sono gli elementi necessari per un bell'articolo.
Ma un neo c'è.
Il giorno dopo, quando seleziono le foto  da inviare alla redazione, scopro che il mio ragazzo non ha inserito il flash. Fantastico ... e vai di Photoshop :)

giovedì 15 settembre 2011

Cena dagli Alpini

Venerdì e sabato sera il gruppo di Alpini del mio paese ha organizzato una cena nel paese accanto.
Poichè il comunicato stampa (gli Alpini sono avantissimi) che mi hanno inviato recitava in grassetto "PER CENARE E' OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE", sabato pomeriggio chiamo uno degli organizzatori per assicurarmi di non dover mangiare in piedi. Dopo circa venticinque squilli qualcuno risponde. Il rumore di sottofondo è assordante e non si capisce una mazza: credo stiano lanciando piatti contro al muro, o qualcosa del genere.Quando finalmente il mio interlocutore riesce ad inquadrare il motivo della mia chiamata, innesca una sorta di telefono senza fili, dove il Mauro chiede al Gualtiero detto Walter, che si rivolge al Pedar, che chiama il Giuan, che parla con il Carletto, che, infine, ottiene una risposta dal secondo Walter. Mi rispondono, dopo un quarto d'ora, che non è necessario prenotare per due persone e che un paio di sedie si trovano sempre.
....
Per sicurezza, onde evitare che proprio questa sera non si trovino le famose due sedie, parto da casa una ventina di minuti prima dell'inizio della cena. Purtroppo, pur trattandosi di un paesino di duemila persone, non ho ben presente dove sia il tendone sotto cui si tiene la festa, quindi mollo la macchina nel primo parcheggio libero che trovo (che si rivela essere piuttosto lontanuccio) e seguo l'odore di patatine fritte (che, con un calcio sui denti alla tradizione, non mancano mai nelle sagre di paese).
Riesco a trovare il tendone che, devo ammettere, è piuttosto imponente e mi sento un pò scema per non averlo mai visto prima. Comunque, con un rapido sguardo al parterre, mi accorgo di non essere l'unica ad essere arrivata in anticipo, perchè le tavolate sono già piene.
Provo a sedermi all'estremità di un tavolo, ma vengo subito respinta dal cameriere addetto a quella zona. Scopro così che la cena degli Alpini è organizzata con il rigore di una caserma di fanti prussiani: non posso sedermi dove voglio, ovvimente, e, no, non sono sicuri che ci siano due posti liberi. Devo aspettare che il volontario addetto a questo tipo di attività si liberi. Ho quasi paura di prendermi una bacchettata sulle mani :)
Finalmente un Alpino ci accompagna ai nostri posti e ci spiega l'elaborata modalità di ordinazione dei piatti. Neanche da Mc Donald's sono così efficienti.
Ordiniamo il piatto forte, lo stufato d'asino con la polenta che, col senno di poi, non è la pietanza più adatta da consumare con trenta gradi e con il 90 % di umidità della Pianura Padana. Comunque era buono :)
Finita la cena, evito con abilità il gruppo di vecchietti che intona "Vecchio scarpone" e che mi guardano con occhio famelico, e mi avventuro verso le cucine, con l'intento di accalappiare l'Alpino capo e fargli qualche domandina. L'ho intravisto prima davanti al calderone della polenta, quindi non dovrebbe essere difficile parlargli.
Ma, naturalmente, non ho fatto i conti con l'organizzazione prussiana: apparentemente nessuno conosce quest'uomo. E mi fanno venire il dubbio di avere sbagliato paese o, quantomeno, festa. Com'è possibile che non solo non sia presente, ma che non esista proprio, una persona con cui ho parlato quattro ore fa al teelfono e che ho visto girare la polenta??
Forse sono tutti sotto l'effetto del micidiale barbera degli Alpini :)
Fortunatamente si avvicina un Alpino che pare - pare - non avere ancora perso il senno. Dico "pare" perchè, dopo avergli chiesto informazioni sul capo Alpino detto "Walter", afferma di essere lui.
... Cosa?
Non è lui.
Sia lodato il Signore, quando gli dico il nome di battesimo di Walter (il capo), ammette di non essere lui e va a chiamare finalmente l'originale.
Non solo: arrivano anche il sindaco ed il vice sindaco. Parlottiamo un pò tutti insieme, poi Walter se ne torna alla polenta e resto da sola con le due cariche massime del paese.
Il vice si complimenta per la qualità del giornale per cui scrivo. "Grazie!" gli rispondo con un sorriso smagliante.
Questo mi guarda non male, di più, e ringhia "Sono serio"
Oooook. Per fortuna arriva il suo Monenegro e la sua attenzione si rivolge altrove.
Rimaniamo io e il sindaco. Probabilmente è appena tornato dal mare, perchè indossa una maglia a righe bianche e rosse, i bermuda da bagno beige e dei sandali. Il suo stile, più che Montezemolo a Porto Cervo, ricorda un pensionato della Fiat a Spotorno ... Tra l'altro deve avere anche gradito molto il vino perchè mi stende con un'alitata al barbera e, nei cinque minuti in cui si intrattiene con me, si scola tre limoncelli.
L'orchestra di liscio inizia a suonare, e quando vedo il capo dei vigile che balla l'Alligalli con una camicia aderente e lucida capisco che è ora di tornare a casa ...




mercoledì 7 settembre 2011

Assemblea di quartiere

Lunedì sera vengo convocata per un'"assemblea di quartiere" che protesta contro un complesso residenziale abbandonato.
L'appuntamento con il mio contatto è per le nove meno un quarto al campo sportivo del paese. Arrivo in macchina al parcheggio davanti allo stadio e vedo, nell'ordine: due vecchietti con un cane che passeggiano per la bucolica campagna (ambrosia) e la squadra del paese al gran completo che si ammazza di giri di campo. A questo punto mi viene un dubbio: non avrò sbagliato campo sportivo?? E' vero, lo "stadio" per antonomasia, con tanto di spogliatoi, bar e gradinata, è questo, ma ce n'è anche un altro, dalla parte opposta del paese, ovvimente ...
Mando un sms al mio contatto che non mi risponde. Fortunatamente vedo un pò di persone che iniziano ad addensarsi a pochi mtri da me. Bene: forse non ho sbagliato posto :)
Mentre scendo dalla macchina (ho parcheggiato senza far danni, yeah ;) ) controllo l'ora: 20.47, sono in ritardo solo di due minuti. Col senno di poi scoprirò di aver perso il mio bellissimo porta cellulare di pelle, uffa :(
Raggiungo il mio contatto e subito mi vengono presentati gli altri due organizzatori del comitato, che si lanciano subito a mostrarmi foto di pantegane e di biscie che hanno trovato nell'abitazione abbandonata. Si aggiungono un paio di vecchietti e di nonnine e tutto si trasforma in urla e in " Io abito qui da dieci anni, ho assistito a tutta la storia", e in "Io sono qui da vent'anni, ho visto il sindaco nascere", e "Io sono nato lì di fronte". Prima che rivanghino la vita dei loro avi, interessante per carità, la riunone ha inizio.
Gli invitati prendono posto a macchia di leopardo sulle gradinate dello stadio e ci vuole un pò prima che riescano a raggrupparsi vicino ai "moderatori".
Dove mi siedo io? Il più vicino possibile agli organizzatori, per non perdermi nemmeno una parola: ovvero, sull'unico gradone ancora bagnato dalla pioggia della mattina. Eh va bè ...
La discussione ha inizio e, per quanto gli organizzatori tentino - appunto - di organizzare, è impossibile frenare l'impeto degli esacerbati cittadini. Il sindaco si prende tante di quelle parole che gli fischieranno le orecchie fino al 2020, quando poi si scopre che tra il pubblico c'è un impiegato dell'ufficio tecnico del comune scatta la litigata selvaggia.
Nel frattempo  all'orizzonte verso l'aeroporto si sta scatenando una tempesta di fulmine mai vista prima e si alza un poco piacevole venticello. Indovinate chi è l'unica babbiona senza golfino? Ma io ovviamente ... Guardo con invidia le nonnine che si coprono con gli scialli e persino il signore che si infila un piumino senza maniche sopra la canottiera.
Vabbè, cerchiamo di non pensarci ...
La riunione comunque procede, il comitato si forma, si approvano le prime mozioni contro il sindaco, ecc.ecc. Prima di andare via mi accordo con uno degli organizzatori per farmi inviare la foto della pantegana, che fa sempre notizia: dopo numerose cancellature riesce a scrivere sul mio blocco per gli appunti il suo indirizzo mail.
Bene: ho perso il portacellulare, ho preso un freddo che la metà basta, ma posseggo una preziosa foto di una pantegana morta  :)
ps: la pantegana è stata pubblicata ed è diventata una star :P