lunedì 17 ottobre 2011

Il mio desiderio più grande ...

Il mio desiderio più grande era di non dover seguire eventi religiosi. Per conformazione personale e fisiologica non sono adatta. Semplicemente, mi viene l'orticaria.
E dove mi mandano?
All'insediamento del nuovo prete.
Non solo: non basta un servizio con qualche foto, ma certo che no, vogliono foto e nomi di tutte le personalità presenti, nonchè un filmato da pubblicare sul sito del giornale.
Ma io cos'ho fatto di male? Ho ucciso qualche balena nelle mie vite precedenti?
Naturalmente non mi sogno nemmeno di rifiutare: ringrazio ogni giorno tutti i santi del paradiso per aver avuto questa opportunità, figuriamoci se mi tiro indietro.
Perciò armata di tanta, tanta, tanta, pazienza mi appresto a seguire un evento che durerà "solo" tre ore (il nuovo sacerdote in persona mi ha confermato che sono fatti dei tagli alla liturgia ufficiale per farla più breve). Deo Gratias :)
Il ritrovo è presso la casa di riposo: è già qui siamo all'apoteosi dell'allegria. Appena metto piede all'interno del cortile mi trovo di fronte l'impresario delle pompe funebri. Di bene in meglio. Poi arrivano sindaco, vice sindaco, sindaco del paese vicino, parroci su parroci, la banda, i seminaristi, i vigili, la protezione civile, le suore icatechisti iragazzidelloratoriolemaestredelleelementariivecchiettidellospizio ... Oh-mio-dio.
La banda suona "Ohi vita ohi vita mia" ...
... cosa c'entra? Comunque nessuno pare accorgesene e si passa a "Montagne verdi", che c'azzecca ancora meno, ma almeno qualcuno la intona.
Il prete arriva sorridente e giulivo e l'addetto alle fotografie del comune a momenti si ammazza per fargli un primo piano.

Siccome non voglio fare la sua stessa pessima figura attendo che i prelati e le alte cariche comunali si schierino uno di fianco all'altro per stordirli con una bombardata di flash.
Mi sorbisco anche il saluto agli ospiti della casa di riposo, l'ennesima scampanata della banda, e il raduno dei presenti per raggiungere la chiesa in processione.
Mi fermo un secondo perchè devo fare una piccola confessione: non sapevo ci fosse anche la parte in chiesa. Cioè, con il senno di poi è ovvio che la messa non venisse celebrata alla casa di riposo, ma io in effetti non ci avevo proprio pensato.
Scarpinando come uno stambecco delle dolomiti arrivo in chiesa prima della processione ma, ad attendervi, trovo un miliardo di persone, già talmente stipate che alcune hanno rinunciato ad entrare.
Benissimo. E io devo pure raggiungere i posti vicini all'altare, perchè non ho una macchina fotografica stile paparazzi: ho una macchinetta di merda che nella penombra della chiesa fa sicuramente gli occhi rossi.
Bando alla vergogna. Mi dirigo di gran carriera verso i primi banchi, guadagnandomi occhiataccie da parte di quelle vecchiette pettinate con lo stucco che saranno venute qui a mezzogiorno a prendere il posto.
Alla fine trovo un angolino proprio sotto al leggio, tra la vigilessa ed il gonfalone del paese. Devo stare attenta a come mi muovo, onde evitare di farlo crollare.
Seguono minuti di pura agonia, in cui ad ogni mio scatto i vicini mi guardano male (tra l'altro: 'sti stronzi sono seduti in quattro su una panca da sei, ma nessuno da prova di spirito cristiano e mi chiede se voglio sedermi. Se ne stanno tutti e quattro belli spaparanzati a gambe larghe. Bè grazie.), dove faccio da assistente al cameraman (lo aiuto a cambiare la cassetta della telecamera, ma poi lui se ne dimentica e se non gliela ridò io alla fine della funzione si sarebbe perso almeno un'ora di riprese. Non che mi sarebbe dispiaciuto, il cinema mondiale sarebbe sopravvissuto anche senza le sue immagini, ma è stato gentile e si è spostato ogni volta che dovevo scattare la foto), evito di fare "il segno di pace" fingendo di filmare :) ed evito anche il padre nostro cantando (nella mia testa, non a squarciagola) Waka Waka.
Esco dalla chiesa e dico una raffica di parolacce, giusto per ritornare nel mondo normale :)
Non chiedetemi come ho fatto a scrivere poi un articolo, perchè non lo so nemmeno io :)


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